Formiche - Elitron - Disinfestazioni e consulenze entomologiche a Milano

<<La colonia di formiche (formicaio) è costituita da una o più regine (colonie monoginiche o poliginiche a seconda delle specie) che si dedica esclusivamente a deporre uova e non esce mai dal nido, un numero variabile di operaie (da poche decine a milioni, tutte femmine sterili), e la covata, ossia gli stadi giovanili (uova, larve e pupe), alimentate e accudite dalle operaie. I maschi compaiono solo per un breve periodo dell’anno, la sciamatura, il tempo strettamente necessario a fecondare le nuove regine. E’ in questo periodo che si vedono le cosiddette “formiche alate”, che altro non sono che le nuove regine e i maschi che escono dal nido per il volo nuziale e l’accoppiamento.
<<La loro organizzazione sociale rende le formiche tra gli infestanti più difficili da contrastare. In Italia le specie che possono risultare fastidiose o decisamente nocive alle attività dell'uomo sono circa una decina, molte delle quali di origine tropicale e diffuse coi traffici commerciali in epoche recenti.

<<Lasius emarginatus Specie di medie dimensioni (lunghezza: 3,5 mm), autoctona, dal corpo chiaramente bicolore, nero e rossiccio (Fig. F1). Molto comune ovunque, sia  in ambienti naturali che presso le costruzioni dell’uomo. I nidi generalmente sono ricavati in piccole intercapedini, nelle connesioni fra pavimento e parete degli edifici, sotto grandi vasi o in altre luoghi bui e non disturbati. Si introduce spesso nelle abitazioni ove è attratta dalle sostanze zuccherine. All’aperto frequenta la vegetazione (anche nelle fioriere) dove “pascola” gli afidi, ossia raccoglie le secrezioni zuccherine di questi piccoli insetti noti come pidocchi delle piante.
<<Per il controllo di questa specie è possibile usare esche, oppure, se si riesce ad individuare il nido, trattare direttamente con appositi insetticidi.

<<<Formica Faraone (Monomorium pharaonis) Piccola specie di colore rossiccio (lunghezza: 2 mm) (Fig. F2), la cui origine, certamente tropicale, non è nota con certezza, essendo da molto tempo divenuta cosmopolita. E’ uno degli infestanti più temuti per la sua invasività e il difficile controllo; causa spesso gravi problemi in ospedali, mense, asili, industrie alimentari e anche abitazioni private. Alle nostre latitudini vive e si riproduce esclusivamente all’interno di edifici riscaldati. Forma colonie poliginiche (ossia con numerose regine in grado di ovideporre) che riescono a nidificare in anfratti piccolissimi (cavità di ogni genere, spesso all’interno di elettrodomestici) e di fatto la localizzazione dei nidi non è quasi mai possibile se non in modo casuale. Temperature elevate e vicinanza a fonti di acqua sembrano essere fattori importanti nella distribuzione della specie negli ambienti infestati.
<<Per il controllo di questa specie di formica sono assolutamente sconsigliati trattamenti con insetticidi di contatto tradizionali; a seguito di tali interventi la colonia reagisce infatti “splittando”, ossia formando per gemmazione colonie satellite che vanno ad installarsi in nuove aree meno disturbate. Si ottiene quindi l’effetto di diffondere ulteriormente l’infestazione. E’ invece preferibile impiegare esche alimentari contenenti un principio attivo a tossicità differita, in modo che le operaie foraggiatrici abbiano la possibilità di alimentare l’intera colonia (in particolare regine e covata) portandola all’eliminazione completa. Tale tipo di intervento avrà probabilità di successo maggiori quanto più ampia è l’area coinvolta; diversamente esiste il rischio che alcuni nidi non siano raggiunti ed eliminati e possano nel tempo tornare a colonizzare le zone in precedenza bonificate.

<<Formica dei marciapiedi (Tetramorium caespitum) Formica dal colore uniforme bruno-nero, di medie dimensioni (lunghezza: 3-4 mm) (Fig. F3), dai movimenti lenti. Non ama arrampicarsi e si trova quasi sempre confinata a terra, sia all’esterno (marciapiedi, cortili) che all’interno degli edifici. Nidifica sotto piastrelle, dentro intercapedini, fessure, etc, ed ha l’abitudine di allargare le cavità trasportando all’esterno i detriti e formando caratteristici “vulcani” di sabbia. E’ molto comune in ogni tipo di ambiente, comprese le abitazioni, ed è attratta in particolare dalle sostanza ricche di grassi.
<<Per il controllo di questa specie si ottengono ottimi risultati con le esche oppure, se si è riusciti a individuare i nidi, con trattamenti diretti con insetticidi di contatto.

<<Formica argentina (Linepithema humile) Specie di colore bruno-nero (lunghezza: 3 mm) (Fig. F4), originaria del Sudamerica e diffusa in tutte le regioni tropicali e in quelle temperate a clima mite. In Italia è presente al centro-sud e in Liguria, generalmente lungo le coste. E’ uno degli infestanti più invasivi, estremamente adattabile sia nell’alimentazione che nei luoghi di nidificazione e nell’habitat (urbano e naturale). Forma colonie poliginiche (ossia con numerose regine in grado di ovideporre) che a loro volta sono collegate fra loro a formare supercolonie; di fatto gli studiosi parlano di superorganismi composti da centinaia di milioni di individui su territori estesi per chilometri.
<<Il controllo di questa specie è problematico e difficilmente si arriva alla sua completa eliminazione, proprio per il fatto che ogni colonia è in pratica solo un’appendice di un organismo immenso la cui attività si estende su un’area ben maggiore di quella controllabile.

<<Formica fantasma (Tapinoma melanocephalum) Piccolissima specie (Fig. F5) (lunghezza: 1,5 mm), dal corpo bicolore, scuro anteriormente, bianco avorio l’addome. La sua origine è tropicale, attualmente è diffusa in tutte le regioni calde e, più sporadicamente, in quelle temperate. Finora è stata segnalata solo poche volte nel ns paese ma in futuro è lecito attendersi una sua espansione. Alle nostre latitudini vive e si riproduce esclusivamente all’interno di edifici riscaldati. Forma colonie poliginiche (ossia con più regine in grado di ovideporre) che riescono a nidificare in anfratti piccolissimi.
<<Per il controllo di questa specie si ottengono i migliori risultati con le esche, essendo attratta da sostanze zuccherine.

<<Formica carpentiere (Camponotus vagus, Camponotus ligniperda) Si tratta di un gruppo cui appartengono le specie di formica più grandi del nostro paese (Fig. F6) (lunghezza: 7-14 mm), facilmente riconoscibili anche da un occhio non esperto. C. vagus è di colore interamente nero con pelosità argentea ed è diffuso principalmente a quote basse, C. ligniperda è nero e rossiccio e vive generalmente in collina e montagna. Si tratta principalmente di specie selvatiche, che vivono nelle zone forestali. Realizzano il nido generalmente nel legno morto (in genere ceppi di alberi) ed hanno un’attività in prevalenza notturna. In alcuni casi possono realizzare il nido nel legno vecchio o nel materiale isolante (pannelli espansi) di soffitte di abitazioni isolate, causando problemi nei campeggi a roulotte lasciate ferme per lunghi tempi. Non producono comunque danni al legno strutturale sano.
<<Per il controllo difficilmente funzionano le esche, mentre è più utile cercare di individuare il nido e trattarlo direttamente con appositi insetticidi. Buona norma è non accumulare per lungo tempo cataste di legna a ridosso delle abitazioni e tagliare i rami degli alberi troppo vicini ai tetti.

<<Formica rizzaculo (Crematogaster scutellaris) Facilmente riconoscibile per il corpo nero e il capo rosso vivo (Fig. F7) (lunghezza: 3,5-4,5 mm). Realizza il nido nel legno secco (in genere piante morte, anche solo in parte) ma talvolta utilizza anche il materiale isolante da costruzione (pannelli espansi). Raramente entra nelle abitazioni, mentre è facile vedere le operaie che percorrono i muri in colonne ordinate, seguendo spesso linee precise lungo spigoli o altri elementi lineari. Può causare fastidi nei campeggi in bungalow o roulotte lasciate ferme per lunghi tempi, pur non causando danni strutturali.
<<Per il suo controllo difficilmente funzionano le esche, mentre è più utile cercare di individuare il nido e trattarlo direttamente con appositi insetticidi. Buona norma è non accumulare per lungo tempo cataste di legna a ridosso delle abitazioni e tagliare i rami degli alberi troppo vicini ai tetti.